“Parla all’Occhio”: la Rivoluzionaria Arte Generativa di Vera Molnár in Mostra a Parigi
La scomparsa dell’artista Vera Molnár ha lasciato un vuoto nel mondo dell’arte generativa, ma la sua eredità continua a vivere nella nuova mostra “Parla all’Occhio” ( Speak to the Eye ), ora in esposizione al Centre Pompidou di Parigi. La retrospettiva offre un’ampia panoramica dell’opera di un’artista che è stata costantemente avanti rispetto ai suoi tempi.
Un Tributo Postumo alla Pioniera dell’Arte Generativa
Il Centre Pompidou di Parigi ha annunciato con profonda emozione la scomparsa di Vera Molnár, una collaboratrice appassionata nella realizzazione della sua importante mostra imminente. “Parla all’Occhio” ora occupa il quarto piano del museo, presentando una visione completa dell’artista che ha sempre sorpreso per il suo approccio innovativo.
Vera Molnár: Un’icona Artistica Celebrata Oggi
L’importanza di Molnár nel mondo dell’arte odierno è testimoniata dai numerosi tributi successivi alla sua morte. Non solo istituzioni, curatori e critici, ma anche artisti digitali prominenti e piattaforme NFT hanno riconosciuto l’impatto dei suoi esperimenti algoritmici, o “Macchine Immaginarie”, come li definiva lei.
Vera Molnár è una figura chiave nel mondo dell’arte generativa. Nata in Ungheria nel 1924, ha iniziato a sperimentare con l’arte generata al computer già negli anni ’60, diventando una delle prime artiste ad utilizzare questa tecnica. La sua ricerca artistica si concentra sull’uso di forme geometriche semplici, come quadrati e linee, e sulla loro ripetizione e variazione attraverso l’uso di algoritmi.
Molnár si è formata in storia dell’arte presso l’Università di Belle Arti ungherese. La sua prima incisiva esperienza artistica fu con le pitture pastorali di suo zio, evidente nelle prime opere esposte nella mostra “Parla all’Occhio”, una collezione di disegni del 1946 che presentano paesaggi come astrazioni geometriche.
L’Evoluzione Artistica di Molnár a Parigi
Dopo essersi trasferita a Parigi nel 1947 con il marito e collaboratore, lo scienziato François Molnár, l’artista si immersero nella scena degli artisti astratti, tra cui Fernand Léger e Victor Vasarely, che spingevano ulteriormente le sue inclinazioni geometriche. Opere come “Cerchi e Mezzi Cerchi” (1953) e “Quattro Elementi Distribuiti Casualmente” (1959) rivelano il suo contributo al movimento dell’astrazione geometrica post-bellica.
L’Importanza dell’Arte Generativa
L’arte generativa rappresenta un punto di incontro tra arte e scienza, e il lavoro di Molnár è un esempio perfetto di come questi due mondi possano coesistere e arricchirsi a vicenda. La sua arte non è solo visivamente affascinante, ma pone anche domande sul ruolo dell’artista nel processo creativo e sull’importanza del caso e dell’algoritmo nell’arte.
“Macchine Immaginarie”: La Pratica Guida di Molnár
A partire dal 1959, Molnár cominciò a utilizzare semplici algoritmi per guidare la collocazione di linee e forme. Nonostante l’ingombranza e la primitività dei computer dell’epoca, per quasi un decennio lavorò manualmente su carta a griglia.
Nel 1968, riuscì ad accedere a un computer alla Sorbona, imparando da autodidatta linguaggi di programmazione come Basic e Fortran e iniziando a produrre opere utilizzando schede perforate e una stampante plotter. Questo periodo creativo è documentato al Pompidou in opere come “Una Passeggiata tra Ordine e Caos” (1975) e “160 Quadrati al Limite” (1976).
Oltre l’Algoritmica: La Versatilità di un’Artista
La mostra “Parla all’Occhio” rivela un’artista dal repertorio vasto. Vi è la scultura “Prospettiva su una Linea” (2014-2019), un’installazione site-specific che deforma le pareti espositive, e una serie fotografica di sabbia e ombre dagli anni 2000.
Come tocco finale, sono esposti 22 dei diari di Molnár, colmi di appunti, fotografie e piani per opere future. Lei stessa una volta affermò che la sua vita era fatta di quadrati, triangoli e linee. Questi diari lo confermano chiaramente.
Conclusione
In conclusione, la mostra a Parigi dedicata a Vera Molnár è un’occasione imperdibile per scoprire l’arte generativa e il lavoro di una delle sue pioniere. Il suo approccio innovativo e la sua ricerca continua rendono il suo lavoro un punto di riferimento per artisti e appassionati di arte e tecnologia.