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Il Natale ai tempi dei Romani: come festeggiavano gli imperatori

Il Natale, come lo conosciamo oggi, è una celebrazione che ha subito molte trasformazioni nel corso dei secoli.

Ma come veniva festeggiato ai tempi dei Romani, in particolare dagli imperatori? Esplorare le tradizioni e le usanze dell’antica Roma ci offre una prospettiva affascinante su come le festività natalizie si siano evolute nel tempo. In questo articolo, analizzeremo il Natale ai tempi dei romani, con un focus particolare sugli imperatori e le loro stravaganti feste.

  1. Le origini del Natale romano
  2. Saturnalia: la festa più attesa
  3. Le celebrazioni imperiali
  4. Tradizioni e usanze
  5. Il ruolo della religione
  6. L’influenza sul Natale moderno
  7. Conclusione

Le origini del Natale romano

Il Natale, come festività, ha radici che affondano nell’antica Roma. Le celebrazioni natalizie romane erano strettamente legate ai cicli stagionali e alle divinità pagane. Prima dell’adozione del cristianesimo, i Romani celebravano il solstizio d’inverno con una serie di festività che culminavano nei Saturnalia.

La celebrazione della Natività di Gesù Cristo non era nota ai Padri della Chiesa dei primi tre secoli e manca una documentazione precisa sulla data della sua istituzione. Si pensa abbia origini romane, ed è certo che a Roma, intorno alla metà del IV secolo, fosse celebrata il 25 dicembre. Questa scelta fu influenzata dal calendario civile romano che, a partire dalla fine del III secolo, festeggiava in quel giorno il solstizio d’inverno e il “Natale del Sole Invitto”. I cristiani decisero di sovrapporre questa celebrazione pagana alla nascita di Cristo, interpretato come il “vero sole”. In meno di un secolo, la festa si diffuse in tutto il mondo cristiano, venendo adottata anche dalle Chiese orientali, che fino ad allora la celebravano il 6 gennaio, insieme all’Epifania.

Al Natale si collega il ciclo natalizio dell’anno liturgico, che comprende l’Avvento come periodo di preparazione, il tempo di Natale (dal 24 dicembre al 5 gennaio) e il tempo dell’Epifania (dal 6 al 13 gennaio). La festa di Natale si estende per otto giorni (ottava) e il suo ottavo giorno, il 1° gennaio, è ora dedicato alla Festum sanctae Dei Genetricis Mariae nel calendario liturgico.

Tra le tradizioni popolari legate al Natale si trovano il ceppo, i fuochi e i falò, eredità di antichi riti solstiziali, così come il presepe e l’albero di Natale, un abete che ha origine da rituali agrari dell’Europa settentrionale. Altre consuetudini includono lo scambio di auguri e doni, spesso rivolti ai bambini, portati dalla figura di Babbo Natale, conosciuto nei paesi germanici e anglosassoni come Santa Claus, derivato dalla figura di San Nicola di Bari.

Saturnalia: la festa più attesa

Origini e significato

I Saturnalia erano una delle festività più importanti e attese dell’anno. Celebrati in onore di Saturno, il dio dell’agricoltura, i Saturnalia si svolgevano dal 17 al 23 dicembre. Questa festa rappresentava un periodo di gioia, abbondanza e sovvertimento delle norme sociali.

Questi festeggiamenti, per il loro spirito di libertà e allegria, sono spesso paragonati al nostro Carnevale, mentre, per la loro collocazione temporale attorno al solstizio d’inverno, richiamano le attuali festività natalizie e di Capodanno. La leggenda voleva che Saturno fosse il dio dell’età dell’oro, un’epoca di abbondanza e uguaglianza tra gli uomini, e i Saturnali cercavano di rievocare simbolicamente questa condizione ideale attraverso celebrazioni che includevano conviti, banchetti e un temporaneo sovvertimento delle gerarchie sociali, con i padroni che imbandivano tavole per i propri schiavi.

La festa si diffuse in tutto l’Impero romano, divenendo uno degli eventi più popolari e amati, indipendentemente dalla classe sociale. Il momento ufficiale dei Saturnali prevedeva un sacrificio solenne nel tempio di Saturno, seguito da un banchetto pubblico (convivium publicum), durante il quale i partecipanti si scambiavano auguri con il saluto “Io, Saturnalia”. Parallelamente, nelle case private si tenevano festeggiamenti con amici e parenti, caratterizzati da ricchi banchetti e, spesso, eccessi di cibo e bevande. Era anche consentito, solo in questi giorni, il gioco d’azzardo con i dadi, altrimenti proibito.

Uno degli aspetti più distintivi dei Saturnali era la temporanea parità sociale. Ai servi veniva concessa la massima libertà e i padroni stessi offrivano loro banchetti, simboleggiando una fraternità umana rinata per pochi giorni. Un’altra tradizione centrale era lo scambio di doni, tra cui erano molto diffusi oggetti di terracotta o di pasta chiamati sigillaria. Spesso, si nominava un “re della festa”, il princeps Saturnalicius, incaricato di dirigere i festeggiamenti. Anche nell’esercito i Saturnali venivano celebrati, noti con il nome di Saturnalicium castrense.

Questi festeggiamenti, vivaci e carichi di significato simbolico, rappresentavano non solo un momento di gioia collettiva ma anche un modo per celebrare l’abbondanza e l’eguaglianza, seppur per un tempo limitato. L’eredità culturale dei Saturnali sopravvive ancora oggi nelle tradizioni delle festività moderne.

Festeggiamenti e tradizioni

Durante i Saturnalia, i ruoli sociali venivano temporaneamente invertiti: i padroni servivano i loro schiavi, e le gerarchie venivano messe da parte. Le celebrazioni includevano:

  • Scambi di doni
  • Banchetti sontuosi
  • Giochi e spettacoli pubblici
  • Decorazioni con ghirlande e candele

Le celebrazioni imperiali

Gli imperatori e il Natale

Gli imperatori romani erano noti per le loro celebrazioni opulente e stravaganti. Durante i Saturnalia, gli imperatori organizzavano feste grandiose nei loro palazzi, invitando nobili e dignitari da tutto l’impero.

Esempi storici

  • Nerone: noto per le sue feste sontuose, Nerone organizzava banchetti che duravano giorni, con spettacoli teatrali e giochi gladiatori.
  • Caligola: famoso per la sua eccentricità, Caligola celebrava i Saturnalia con spettacoli esotici e doni stravaganti.

Tradizioni e usanze

Decorazioni e simboli

Le decorazioni natalizie romane includevano ghirlande di alloro, edera e agrifoglio. Le candele erano un simbolo di luce e speranza durante i giorni più bui dell’anno.

Scambio di doni

Lo scambio di doni era una tradizione centrale dei Saturnalia. I Romani scambiavano piccoli regali come candele, statuette e dolci.

Il ruolo della religione

Dal paganesimo al cristianesimo

Con l’adozione del cristianesimo come religione ufficiale dell’impero, molte tradizioni pagane furono integrate nelle celebrazioni cristiane. Il Natale cristiano ereditò diverse usanze dai Saturnalia, come lo scambio di doni e le decorazioni festive.

L’influenza di Costantino

L’imperatore Costantino giocò un ruolo cruciale nella transizione dal paganesimo al cristianesimo. Sotto il suo regno, il Natale iniziò a essere celebrato il 25 dicembre, data che coincideva con la festa del Sol Invictus, una divinità solare romana.

L’influenza sul Natale moderno

Tradizioni che perdurano

Molte delle tradizioni natalizie moderne hanno radici nei Saturnalia romani. Lo scambio di doni, le decorazioni luminose e i banchetti festivi sono tutte usanze che risalgono all’antica Roma.

Evoluzione delle celebrazioni

Nel corso dei secoli, il Natale ha continuato a evolversi, incorporando elementi di diverse culture e tradizioni. Oggi, il Natale è una celebrazione globale che unisce persone di tutto il mondo, indipendentemente dalla loro fede o cultura.

Conclusione

In conclusione, il Natale ai tempi dei Romani era una celebrazione ricca di tradizioni e significati. Gli imperatori romani, con le loro feste opulente, hanno lasciato un’impronta duratura sulle celebrazioni natalizie che conosciamo oggi. Esplorare queste antiche usanze ci offre una comprensione più profonda delle radici storiche del Natale e di come questa festività sia diventata un simbolo di gioia e unità in tutto il mondo.

Per ulteriori approfondimenti sulle tradizioni romane, puoi visitare History.com.

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