MAURIZIO CATTELAN
La fenice dell’arte
Lui è Cattelan, Maurizio Cattelan, e quando si parla di lui c’è sempre di mezzo la provocazione.
Ha decretato la sua morte e lo ha fatto anche di altri artisti, eppure Maurizio Cattelan è più vivo che mai. Scopriamo come continua a stupirci.
Le sue opere d’arte sono irriverenti e provocatorie, e interrogano il mondo dell’arte per scardinarne convenzioni e sconvolgerne i valori.
Lui è Maurizio Cattelan, autodidatta, insignito di recente del titolo onorario di Professore all’Accademia di Carrara.
E lui che cosa fa per festeggiare?
Crea delle lapidi con installazioni intitolate “Eternity” rappresentanti artisti già morti e artisti viventi, compreso lui.
È uno degli artisti contemporanei italiani più noti nel mercato.
Tra le grandi aggiudicazioni in asta, “La nona ora” un’opera del 1999,
è stata venduta soltanto cinque anni dopo per la modica cifra di 2 milioni di euro, mentre l’opera “Him” del 2001 è stata aggiudicata nel 2016 per l’incredibile cifra di 17 milioni di dollari.
Possiamo quindi capire la sua portata e l’importanza per l’Italia di un artista di questo calibro.
A meno di 60 anni può vantare l’esposizione delle sue opere o delle installazioni in musei come il MoMA o il Guggenheim, o ancora diverse partecipazioni alla Biennale di Venezia, e le sue opere sono all’interno di grandissime collezioni private, ma anche pubbliche e istituzionali, tra cui il Museo di Arte Contemporanea di Rivoli, o ancora la Collezione Pinault o quella della Sandretto.
Nel 1990 sale alla ribalta per aver preso 500 copertine della rivista “Flash Art”, e aver mandato al pronto soccorso il famoso gallerista Massimo De Carlo, in quanto lo stesso gallerista fu protagonista di una performance in cui rimase incollato alla parete della galleria per un giorno, fissato esclusivamente dal nastro adesivo, e non contento di ciò, intitolò la performance “A Perfect Day”.
Chissà se anche De Carlo pensava la stessa cosa; tuttavia quello non fu solo che l’inizio delle sue attività.
Un’altra avventura fu quella di aprire insieme a Massimiliano Gioni, oggi curatore di fama internazionale, una piccola galleria dal titolo “The Wrong Gallery”, la “Galleria Sbagliata”.
E ovviamente non si ferma qui, prosegue curando la quarta Biennale di Berlino, o ancora producendo l’imponente statua “L.O.V.E.”, l’acronimo di libertà, odio, vendetta ed eternità, ovviamente una scultura provocatoria che rappresenta il dito medio e poi, per giunta, posta in Piazza Affari davanti alla Borsa, davanti a tutta l’effigie fascista, quindi tanti significati in un’unica opera.
E nell’apice della sua visibilità cosa fa? Ovviamente si ritira a vita privata.
Esce dalle scene dell’arte, da quelle pubbliche, dagli eventi e si rifà vivo solo nel 2016 quando al Guggenheim di New York appare un cesso dorato.
Ovviamente è una sua opera, un’opera provocatoria dal titolo “America”: un gabinetto ancora oggi in uso, completamente placcato in oro 18 carati,un bagno prezioso!
Si potrebbe andare avanti per ore a raccontare la sua carriera artistica, le sue peripezie, le sue opere, anche tramite social network, dove oggi racconta con una sola foto e per una giornata e basta, gattini, calzine e quanto altro gli passi per la testa, ma sempre con una sua visione.
Tuttavia è interessante vedere anche quello che c’è oltre l’artista: è curatore, organizzatore e a volte anche showman.
Si presta addirittura come volto di una campagna pubblicitaria di Huawei, affittando la sua fronte.
Anche se può apparire strano in realtà Huawei aveva indetto un concorso per riqualificare dei luoghi in Italia grazie a interventi di street artist e non solo, tanto che Cattelan decide di regalare il suo cachet a favore dell’Accademia Toscana, mettendo in palio oltre 20 borse di studio per gli studenti, i quali a loro volta faranno parte di un’installazione da lui concepita.
E questo fa onore sia Huawei per la bontà del progetto che ovviamente a Cattelan, il quale comunque dimostra di avere, oltre un animo irriverente e provocatorio,anche un animo sensibile, volto ai giovani e agli artisti emergenti.
L’ultimo progetto invece lo fa insieme ad Alessandro Michele, direttore creativo di Gucci: questa grande mostra a Shangai in cui si indaga il concetto di creatività e originalità nell’arte, basandosi sul concetto di appropriazione, e questo Cattelan lo fa ovviamente a suo modo, riproducendo a Shangai una stanza della Cappella Sistina.
A questo punto posso che concludere con “The Artist is Present”, il suo claim, che del resto gli calza a pennello.
E tu, cosa ne pensi di Cattelan?
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