LA PRIMA MOSTRA PER UN ARTISTA
Come ottenere la tua prima personale
Sei un artista? Vuoi organizzare la tua prima mostra personale?
Scopri cosa motiva un gallerista a farlo!
Sei riuscito finalmente a entrare in contatto con la galleria che tanto aspettavi, sei riuscito a raccontare la tua arte e sei stato apprezzato per quello che tu sei e che fai. Ma quali sono le motivazioni che spingono un gallerista a fare il secondo passo, a investire su di te, a renderti partecipe della vita di galleria e organizzare una mostra personale?
Purtroppo la maggior parte degli artisti pensa erroneamente che la prima mostra personale sia solo merito loro. In realtà, salvo che non ve la organizziate da soli questa scelta nasce ed è motivata da una serie di decisioni e strategie molto più complesse e a lungo periodo. Per questo motivo è molto importante conoscere quali sono le motivazioni e il punto di vista anche della controparte, in questo caso il gallerista, che decide in qualche modo di investire su di voi, di dedicare del tempo e di creare la prima vostra mostra personale.
Le opere hanno un fattore importante, è fondamentale ovviamente la qualità di quello che voi realizzate, ma spesso non basta. Per avere un rapporto che sia lungimirante e che quindi abbia una visione che vada oltre il breve termine, il gallerista guarda diversi fattori: guarda a voi professionalmente, guarda il percorso che avete fatto, analizza le motivazioni per cui siete arrivati a questo punto della vostra vita professionale o percorso artistico, perché questi aspetti sono fondamentali per il suo investimento.
L’investimento di un artista nei confronti di un gallerista va oltre la mera mostra. Seppure parliamo di un ritorno economico, quanto ovviamente il gallerista deve vendere (produce e vende), per cui deve tutelare ogni azione strategica per la crescita dell’artista e della propria galleria.
Sia per l’artista che per il gallerista è fondamentale la mostra personale ed è un punto di inizio e di partenza spesso per grandi carriere. Essa determina un posizionamento e un’uscita pubblica in quanto è ogni volta la presentazione di un percorso nuovo, ovviamente se la mostra è di qualità, con tutti i suoi rituali, le sue ansie e soprattutto le conferme, che avverranno solo il giorno del vernissage.
Ogni mostra è un racconto: ha una premessa, un racconto, un exploit e ovviamente un epilogo. In tutto questo va costruita tenendo conto di diversi fattori: ovviamente la base artistica e di ricerca dell’artista, e quindi che cosa vuole raccontare, dall’altra gli aspetti tecnici, che cosa possiamo vendere, promuovere o conservare.
Non sempre l’ultimo fine è quello della vendita, alcune mostre vengono realizzate anche solo per posizionamento o preparativi per interventi più grandi (passaggi in asta o mostre più importanti) di conseguenza è ancora più importante, trattandosi di vero investimento nel tempo, far sì che la mostra sia perfetta, perché la mostra personale non è altro che l’inizio di un percorso più lungo, speriamo felice e roseo, tra gallerista e artista, l’inizio di una partnership professionale, spesso di rapporti di amicizia che durano nel tempo e che coinvolgono più parti e più protagonisti. Per questo motivo è fondamentale che l’artista riconosca questo al gallerista e che non sia soltanto il punto di arrivo, ma durante tutte le fasi di allestimento, di studio, di progettazione, di promozione, si intuisca lo sforzo e si faccia altresì un investimento per il lungo periodo, affinché questo possa essere l’inizio o il continuo di un percorso.
Ovviamente bisogna guardare anche l’altro lato della medaglia, non sempre tutti i galleristi si comportano in maniera deontologicamente valida o accettabile. Deve quindi anche l’artista decidere con chi vuole lavorare. Leggo tanti commenti di numerosi artisti che si lamentano del fatto che i galleristi di oggi chiedano soldi per esporre o ancora facciano pagare gli artisti per organizzare mostre o ancora altre attività. Signori miei, la scelta è vostra. Nessuno vi obbliga a collaborare con queste persone, che per giunta saranno anche degli ottimi professionisti, ma hanno fatto loro una scelta. Quindi è fondamentale, prima di lamentarsi, decidere con chi, come e dove poter collaborare per costruire la propria personale, e quindi questo percorso. Se anche voi artisti optate per un discorso mordi e fuggi, come pretendete che qualcuno investa nel vostro lavoro? Questo perché non c’è incubo peggiore per un gallerista di vedere un artista che di improvviso decide di cambiare strada, di non fare più l’artista e non dedicarsi più a quello per cui hanno investito insieme. E lì, in quel caso, cosa succede? Che tutto il lavoro fatto viene perso. Che il gallerista ha perso la faccia davanti ai suoi collezionisti, perché ricordiamoci che nella vendita è vero che vende le vostre opere, ma è il gallerista che però garantisce il fatto che voi in qualche modo siate artisti e laddove da parte del collezionista l’acquisto della vostra opera fosse un investimento, a maggior ragione la serietà del gallerista viene messa in discussione, laddove quell’opera potrebbe non valere più la cifra che è stata pagata o ancor peggio non valere niente.
Di conseguenza la prima domanda che vi dovete porre in qualità di artisti non è “cosa posso ottenere da questa galleria nell’immediato”, bensì “come posso costruire qualcosa a lungo termine, come posso avere un percorso d’arte e da artista che mi ripaghi delle mie fatiche e soprattutto che riconosca il valore della mia arte?”.
Sei pronto per la tua prima mostra personale?
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#ARTECONCAS / PODCAST
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