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Superate le molte fasi preliminari di ricerca e di studio, si passa a progettare gli spazi architettonici, l’allestimento, gli aspetti di illuminotecnica.
Da un’idea progettuale il museo comincia prende forma e comincia a mostrare un proprio carattere e a raccontare qualcosa di sè.
Fondamentale in questa fase è la sensibilità del progettista insieme alla sintonia che si instaura con le altre figure professionali come lo stesso Museologo, i Curatori scientifici, i Conservatori Museali e, non ultimo, il Direttore.
Con il progetto architettonico si configura il cosiddetto Contenitore cioè lo Spazio, l’Involucro che conterrà la collezione e saranno ospitate le opere oggetto di mostre temporanee.
Sarà in questi spazi appositamente progettati, che la Collezione, gli Operatori museali e il Pubblico troveranno la propria vita a contatto con la storia e con la bellezza.
L’altra faccia della medaglia di questo progettare sono i costi che possiamo suddividere in Costi di Realizzazione e in Costi di Gestione, anche quelli della Gestione Futura perché se si progetta senza pensare al dopo, le brutte sorprese sono quasi certe: spazi da pulire, climatizzare, illuminare, sorvegliare, moltiplicheranno i costi, i quali risulteranno quasi incontrollabili.
Ognuna di queste voci di gestione e manutenzione deve essere attentamente valutate prima della realizzazione del museo.
Ad esempio l’impianto illuminotecnico è un il cuore dell’allestimento, il racconto del museo si avvia sempre dalle luci.
Anche per questo aspetto esistono professionisti esclusivamente specializzati in progetti illuminotecnici in grado di prevedere gli standard, con eliminazione dei raggi ultravioletti, molto dannosi per le opere, il controllo dei Lux, la potenza espressa in lumen a metro quadro.
L’ICOM, International Council of Museums insieme all’Istituto centrale per il restauro, ha definito il massimo dei lux consentiti per ogni tipo di materiale, ad esempio per i dipinti e i tessuti i limiti sono compresi tra cinquanta e settanta Lux per metro quadro.
Sempre per le luci, la cosiddetta Temperatura di colore si calcola in gradi Kelvin: una luce con tremila gradi Kelvin è una luce cosiddetta Calda, ideale per dipinti, superfici colorate e tessuti, mentre una luce da cinquemila gradi Kelvin è una luce fredda adatta per gipsoteche, marmi e sculture.
Oggi con le tecnologie Led multicolore e dimmerabili è possibile osare e calibrare ogni soluzione, gestendola con appositi software.
L’impianto illuminotecnico, in modo automatico, con particolari sensori, può seguire le mutazioni della luce esterna come quella della notte, regolando e mutando i suoi valori di illuminazione delle singole opere e degli spazi.
La Luce dentro il museo seguirà il tempo e le stagioni, dando una sensazione straordinaria e quasi naturale ai visitatori e agli operatori museali.
Tutto ciò non significa necessariamente maggiori costi, infatti, se ben progettato, l’impianto illuminotecnico trasforma la qualità di vita del museo tagliando i costi di gestione.
Infine almeno una nota sull’allestimento: gli spazi espositivi, comprese le vetrine, gli espositori, la segnaletica, le didascalie e molto altro.
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