La Spiegazione del Finale di “I Colori del Male: Rosso”
“I Colori del Male: Rosso”, disponibile su Netflix, è un thriller polacco diretto da Adrian Panek, basato sull’omonimo libro di Malgorzata Oliwia Sobczak. Questo film è il primo capitolo di una trilogia, che comprende anche “I Colori del Male: Nero” e “I Colori del Male: Bianco”. Sin dal suo debutto, il film è rapidamente salito in cima alla classifica dei più visti sulla piattaforma.
La trama è ambientata in Polonia e ruota attorno al ritrovamento del corpo mutilato di Monika Bogucka (interpretata da Zofia Jastrzębska) su una spiaggia. Il dettaglio più inquietante del suo cadavere è l’assenza delle labbra, un elemento che aggiunge un tono sinistro all’intera vicenda.
La Trama
Il procuratore Leopold Bilski (Jakub Gierszal) viene incaricato di indagare sull’omicidio. Sebbene il suo capo sia convinto che il colpevole sia un uomo condannato 15 anni prima per un crimine simile, recentemente rilasciato, Leopold non è altrettanto sicuro e decide di seguire altre piste.
Le prove iniziali, tuttavia, sembrano incriminare l’ex condannato: una maglietta sporca del sangue di Monika viene trovata nella sua proprietà. Sconvolto dalle accuse, l’uomo si suicida, facendo sembrare il caso chiuso. Ma Leopold, convinto che ci sia di più dietro a questa storia, continua a indagare con l’aiuto di Helena, la madre della vittima.
La Spiegazione del Finale
Attenzione: Spoiler!
Attraverso una serie di flashback, il film rivela gradualmente il passato di Monika. Non era solo una barista, ma era coinvolta in un traffico di droga gestito dal proprietario del locale Stoczinia, Kazar (Przemysław Bluszcz). Dopo aver assistito a un omicidio commesso da Kazar, Monika subisce violenze e abusi da parte sua. Decide quindi di denunciare l’accaduto, ma il poliziotto che raccoglie la sua testimonianza è corrotto e avvisa Kazar.
Monika cerca rifugio presso il padre, un avvocato che lavora per Kazar, il quale le dà dei soldi e le consiglia di nascondersi. Nel frattempo, Leopold scopre una chiavetta USB contenente prove incriminanti contro Kazar. Tuttavia, nonostante le prove, non riescono a trovare i corpi delle altre vittime, fino a quando Leopold nota un dettaglio cruciale: Kazar indossa un braccialetto fatto con le labbra delle sue vittime.
La storia prende una piega ancora più macabra quando si scopre che Monika era andata a nascondersi da Mario, il figlio di Tadeusz Dubiela, il medico legale che aveva eseguito l’autopsia sulla vittima di 15 anni prima. Geloso e respinto, Mario ha ucciso Monika e suo padre, per proteggerlo, ha rimosso le labbra della ragazza e gettato il corpo in mare.
Il film si conclude con Leopold che, dopo aver risolto il caso, abbraccia sua figlia, che porta lo stesso nome della vittima, Monika. Questo finale sottolinea il contrasto tra il destino tragico della protagonista e la speranza rappresentata dalla bambina, cresciuta con un padre amorevole e giusto.