IL BUSINESS PLAN PER L’ARTISTA
Sai quanto costa la tua arte?
Sei un artista? Sai quanto costa produrre la tua arte?
Scopriamo il business plan per l’artista.
Ogni artista, soprattutto se emergente, tende a sottovalutare il valore e i costi che sopporta per la produzione delle sue opere d’arte.
Invece è cruciale e fondamentale tenerli sotto controllo.
Scopriamo perché.
Sapere quanto costa la propria arte, quanto tempo ci mettiamo, che materiali utilizziamo, come lo facciamo è fondamentale per capire effettivamente quanto guadagniamo o quanto perdiamo ogni volta che una nostra opera viene venduta, regalata o prestata e in qualche modo non recuperata.
Per questo possiamo pensare a uno strumento che normalmente si utilizza in altri settori, ossia un business plan, un piano economico e temporale di attività, dove sono segnalati tutti i costi sostenuti, le materie prime, eventuali o ipotetici guadagni, commissioni, spedizioni e tutto quello che riguarda il ciclo produttivo e di vendita di una vostra opera, che determina quindi un reale piano di fattibilità economica della vostra arte.
Sapere come, quando e dove guadagnate è la base di sostenibilità per un artista.
Questo strumento si trasforma poi concretamente in un file di excel, quindi in un sistema per il calcolo automatico, nel quale è possibile inserire tutte quelle informazioni che risulteranno poi cruciali per capire come sta procedendo la vostra arte in occasione della produzione di una mostra o ancora in occasione di una commissione di un’opera d’arte oppure normalmente nella produzione quotidiana della vostra arte.
Mantenere sotto controllo questi fattori, soprattutto in una fase iniziale in cui il coefficiente magari non è ancora alto da giustificare comunque l’investimento o ancora di più laddove la vostra arte preveda oneri di produzione molto alti, pensiamo alla scultura o quelle tecniche di sperimentazione con materiali pregiati.
E allora è ancora più importante sapere bene quanto ci costa e dove e come perdiamo anche soldi, o viceversa, capire durante tutte le fasi di vendita e di promozione dell’opera a quanto dovrà essere venduta o ancora calcolare in anticipo le royalties spettanti al gallerista, al mercante o all’intermediario della situazione.
Questo per poi capire quanto effettivamente sarà il prezzo al pubblico.
Ovviamente semplifichiamo rispetto a un’azienda questo economico e teniamo in considerazione solo due aspetti: costi e ricavi.
Non che sia tanto diversa da un’azienda normale, tuttavia le voci che a noi interessano le possiamo considerare basiche o comunque come dei veri e propri conti della serva che ci permettono di stimare spese e possibili vendite per capire come gestire tutto questo e gestire soprattutto anche la produzione stessa, oppure fare un preventivo che sia più puntuale in caso di commissione.
Vediamo quindi come strutturare la parte dei costi.
La prima voce è sicuramente la produzione: in questo campo mettiamo tutti i costi vivi che dovremo sostenere per poter produrre la nostra opera, ivi compreso eventuali costi di struttura, il vostro atelier, il vostro laboratorio.
Questo lo potete quantificare anche con una fascia oraria o in base a quanto utilizzerete questa struttura sui costi fissi, quindi l’affitto della sede, corrente e quant’altro laddove previsto.
In questa voce includeremo anche i costi vivi dei materiali: se è una tela il costo del telaio, il costo della tela, il costo della cornice se inclusa, o ancora di eventuale manodopera che dovrete coinvolgere per la movimentazione o realizzazione, ivi compresi eventuali costi di spedizione laddove esistessero e ogni altro onere che dovrete sostenere per poter realizzare o impostare la vostra opera.
Pensiamo poi all’eventuale personale coinvolto, ossia tutte quelle professionalità che sono necessarie per o la realizzazione o l’allestimento della stessa, possiamo quindi a un’installazione, quindi calcolare un costo ora a uomo o un costo a giornata per prevedere anche il loro impiego.
Poi pensiamo all’allestimento: calcoliamo dei costi per l’esposizione, se serve una cornice, se servono delle attaccaglie, se servono dei casseri quindi per movimentare l’opera o per assicurarla, per spostarla e quant’altro, servono dei supporti specifici, delle scatole fatte su misura e tutto quello che riguarda le attaccaglie in particolare, e in questa sezione dobbiamo prevedere tutti questi costi.
Infine abbiamo viaggi, trasporti e assicurazione.
Questo ovviamente se è presente, pensiamo alla partecipazione ad un bando, o ancora l’installazione di un’opera commissionata o anche alla consegna pura e semplice.
Dovremo quindi andare a vedere tutti i costi vivi che sosteniamo per queste due voci, compreso eventualmente vitto e alloggio.
Ogni qualvolta voi uscite di casa spendete dei soldi, sia tramite un treno, tramite un aereo o tramite la vostra macchina, ma se siete fuori casa dovrete fare colazione, mangiare, dormire. Tutte queste spese rientrano in questa voce.
Alla fine di tutto questo dovete fare una spesa totale del progetto, ossia sommare tutte queste singole voci.
Avrete quindi il totale di costo della vostra opera.
Dall’altro lato vediamo i potenziali ricavi, ossia una stima di quanto potremmo vendere la nostra opera.
Anche se l’opera è creata per la partecipazione a un premio, a un concorso, e quindi la vendita non è prettamente legata alla creazione, tuttavia si presuppone che dopo questa possa essere immessa nel mercato.
Di conseguenza è importante dare, secondo il vostro coefficiente laddove lo abbiate, o una stima di esso, un prezzo di vendita.
Segnate anche, laddove stiate partecipando a un concorso, eventuali premi o riconoscimenti economici, perché in tal senso potrebbero partecipare o supportare laddove non sia prevista l’acquisizione da parte dell’ente organizzatore, ad abbattere i costi, ivi compreso se sono coperte le spese di viaggio, perché da un lato le sosterrete e le anticiperete, dall’altro queste è possibile che vengano rimborsate in caso di vincita.
Valutate una voce per gli sponsor, ossia se c’è qualcuno, sia essa una persona, un ente o una società che supporti la creazione di quest’opera per l’obiettivo: un’installazione pubblica, un evento o ancora la partecipazione a un bando e concorso.
Questa spesa può supportarvi tecnicamente e andare ad abbattere quindi costi e rischio dell’impresa, ivi compresi eventuali sponsor tecnici.
Mi regalano i colori, mi regalano le tinte, comunque esse hanno un valore che andranno quindi a sottrarsi poi in seguito alla parte dell’acquisto delle materie prime.
Tutte queste voci le andiamo quindi a sommare, ognuna di esse darà vita ai ricavi totali della nostra impresa.
In questo momento inizieremo ad avere già un primo resoconto, facendo ricavi meno costi, andando a vedere che cosa succede, quello che in gergo tecnico viene definito il vostro mark up, ossia la differenza tra costi e ricavi che si presuppone sia in positivo e quindi sia per voi un guadagno
Purtroppo non abbiamo ancora finito, abbiamo appena capito se i ricavi coprono i costi, e già se fosse così sarebbe buono, ma in realtà se voi operate con una galleria, un intermediario, o ancora un mercante, dovrete calcolare anche la sua percentuale e quindi capire quanto il vostro prezzo di vendita dovrà salire e quindi diventare un prezzo al pubblico.
In questo caso capirete che se per produrre un’opera spendete 4, la vendete a 10 e il gallerista vi chiede il 50%, il vostro guadagno non è 6 ma 1 e allora bisogna capire se quel prezzo di vendita è giusto e corretto in base ai nostri costi sostenuti.
Quindi è inutile che gonfiate i potenziali ricavi, cercate di essere sinceri e onesti con voi stessi e soprattutto i costi non li dovete sottodimensionare anzi, aumentarli del 20-30% è un buon uso ed è una buona norma avere un margine di tutela nella produzione della vostra arte, in modo tale che se volete fare un cambia siete sicuri di avere il budget e il tempo per poterlo fare.
Lo stesso vale invece per i ricavi.
Lì è più facile sottostimarli, fateli a difetto, quindi stimate di venderlo al meno possibile perché quello sarà lo scenario peggiore, insieme ovviamente alla non vendita.
Tuttavia, laddove voi vendiate a quel prezzo lì, siete garantiti, seppure magari non soddisfatti, che la vostra arte i qualche modo è stata ripagata.
Fate un ragionamento anche sul magazzino: non è che se le opere sono in magazzino non sono state pagate.
Ricordatevi che per quelle opere avete pagato la tela, avete speso del tempo e quindi comunque hanno un valore e che la dinamica, soprattutto se decidete di realizzare un’opera nuova con del materiale che avete già disponibile a magazzino, non significa che quel materiale sia gratis ma anzi, quel materiale è pagato e vi verrà meno quando magari dovrete realizzare un’opera che siete sicuri di vendere o che è stata commissionata e dovete sborsare altri soldi per poter comunque far fronte.
E tu, quanto spendi per creare la tua arte?
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#ARTECONCAS / PODCAST
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