Interruzione alla Mostra di Michal Rovner a Manhattan da Parte dei Dimostranti
Circa trenta attivisti hanno interrotto l’inaugurazione della mostra “Pragim” dell’artista israeliana Michal Rovner alla Pace Gallery di Manhattan il 7 marzo, sollevando questioni sulla realtà palestinese e sull’uso dei papaveri.
La Performance Silenziosa degli Attivisti
I dimostranti hanno condotto una performance silenziosa, spargendo petali di tessuto con i nomi dei palestinesi uccisi nei bombardamenti israeliani a Gaza dal 7 ottobre, data dell’attacco di Hamas. La performance, iniziata intorno alle 18:35, ha subito incontrato la resistenza delle guardie di sicurezza.
Reazioni Miste del Pubblico
Mentre alcuni visitatori hanno apprezzato l’azione degli attivisti come un’aggiunta significativa alla mostra, altri hanno risposto con insulti e richieste di lasciare la galleria. Tra le reazioni, c’è stata anche una discussione sul messaggio politico portato dai dimostranti.
La Contestazione dell’Uso dei Papaveri
Gli attivisti hanno criticato Michal Rovner per l'”appropriazione culturale” dei papaveri, un elemento ricorrente nelle sue opere esposte, evidenziando il significato particolare di questo fiore in Palestina.
“Signaling” e il Dibattito Sull’Occupazione
La contestazione si è estesa all’installazione video di Rovner “Signaling” (2023), che fa riferimento agli ostaggi israeliani presi da Hamas. Gli attivisti hanno accusato l’opera di distorcere la realtà dell’occupazione israeliana e di ignorare la situazione dei palestinesi.
La Risposta della Pace Gallery
Dopo l’interruzione, il personale della Pace Gallery ha scortato fuori i dimostranti e temporaneamente fermato l’ingresso di nuovi visitatori. La galleria ha ribadito il suo impegno a fornire una piattaforma per le idee degli artisti, mentre Rovner ha scelto di non commentare l’accaduto.
Contestazioni Precedenti alla Pace Gallery
Questa non è la prima volta che la Pace Gallery è stata il bersaglio di azioni di protesta; a gennaio, la facciata della galleria è stata vandalizzata con messaggi pro-Palestina, portando a una chiusura temporanea dell’attività.
L’interruzione alla Pace Gallery solleva questioni importanti sull’arte, la politica e il loro incrocio, evidenziando la tensione continua tra espressione artistica e contesto politico.