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Attivisti Pro-Palestina Danneggiano Ritratto del Primo Ministro Britannico Balfour

Protesta audace contro il ritratto di Balfour a Cambridge: Palestine Action sfida l’eredità coloniale

In una dimostrazione audace al Trinity College dell’Università di Cambridge, i membri di Palestine Action hanno preso una posizione decisa contro un ritratto di Arthur James Balfour, ex Primo Ministro britannico noto per la Dichiarazione di Balfour del 1917. Documentata in un video su Instagram pubblicato l’8 marzo, l’azione ha visto la deturpazione e il danneggiamento di un dipinto del 1914 dell’artista anglo-ungherese Philip de László, simbolizzando una protesta contro le ingiustizie storiche legate all’eredità coloniale britannica in Palestina.

Una Dichiarazione Trasformata in Vandalismo

Durante l’incidente registrato, un attivista, vestito con un piumino blu scuro e dai capelli castani, è visto applicare vernice spray rossa sul ritratto di de László prima di usare una lama o un taglierino per strappare la tela. Questo atto di vandalismo, avvenuto durante le ore di visita pubblica, ha scatenato significative polemiche ed è stato prontamente segnalato alla polizia dalle autorità del Trinity College.

L’Eredità di Arthur Balfour

Arthur Balfour, che ha guidato la Gran Bretagna dal 1902 al 1905, è forse ricordato soprattutto per la controversa Dichiarazione di Balfour. Come Segretario di Stato britannico per gli Esteri, la sua dichiarazione supportava l’idea di stabilire “una casa nazionale per il popolo ebraico” in Palestina, una mossa criticata per le sue implicazioni colonialiste e lo spostamento risultante del popolo palestinese. Questa dichiarazione, inizialmente una lettera a Lionel Walter Rothschild, leader della comunità ebraica britannica, fu in seguito integrata nel Mandato britannico per la Palestina dopo la Prima Guerra Mondiale e il crollo dell’Impero Ottomano.

Echi di Proteste Storiche

La tempistica della protesta, nella Giornata Internazionale della Donna, traccia un parallelo con le tattiche di vandalismo artistico storicamente utilizzate dal movimento Suffragetta britannico, evidenziando l’uso da parte degli attivisti di simbolismo culturale e storico per fare una dichiarazione politica. Il professore della NYU e collaboratore di Hyperallergic, Nick Mirzoeff, ha sottolineato questa connessione, collocando la protesta all’interno di una più ampia tradizione di attivismo politico attraverso l’arte.

Una Lotta Continua

Il messaggio degli attivisti che accompagna il video su Instagram critica aspramente l’eredità della Dichiarazione di Balfour, collegandola al conflitto e alla sofferenza in corso in Palestina. Argomentano che il ruolo britannico all’inizio del XX secolo ha gettato le basi per la Nakba, l’espulsione e lo spostamento di massa dei palestinesi nel 1948, e accusano il governo britannico di complicità nella violenza in corso. Il post, contrassegnato con l’hashtag #BritainIsGuilty, mette inoltre in evidenza il ruolo del produttore di armi israeliano Elbit Systems, che opera nel Regno Unito, attirando l’attenzione sulle implicazioni contemporanee delle azioni storiche.

Mentre i dibattiti sulla memoria storica e la responsabilità continuano a evolversi, azioni come la deturpazione del ritratto di Arthur Balfour sottolineano le ferite profonde e durature della storia coloniale e i modi in cui l’arte e i monumenti pubblici diventano punti focali per discussioni politiche ed etiche.

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