ARTISTI COLLEZIONISTI
Quando il miglior collezionista è l’Artista.
All’interno della comunità artistica, oggi è sempre più frequente che gli artisti stessi diventino collezionisti, grazie a scambi, baratti o acquisizioni da parte di altri artisti o con le gallerie stesse, creando a volte delle collezioni davvero interessanti.
Scopriamo come.
Gli artisti diventano dei collezionisti esemplari, questo perché non seguono le mode del momento o quelle indicate dai protagonisti del mercato, ma al contrario loro sviluppano un fiuto incredibile per gli artisti.
Si conoscono, si confrontano, parlano tra di loro ancor prima che arrivi il successo o la validazione pubblica.
Per questo motivo l’artista vive da protagonista il mondo e il mercato ancor prima che questo si verifichi.
Tra di loro gli artisti creano quindi delle amicizie, dei confronti, delle collaborazioni lavorative, ed è sempre più di frequente il fatto di scambiarsi le opere, di creare quindi un dono, l’arte mia per l’arte tua.
Questo per il piacere di condividere e soprattutto di ricordare il loro incontro e il momento, una dimostrazione di stima reciproca.
Quindi la base della creazione della collezione, perché di tale poi si può parlare, non è basata sul denaro, ma bensì sulla stima e sull’apprezzamento del lavoro dell’artista, creando quindi collezioni che sono omogenee, coeve e in linea con il percorso dell’artista stesso o collezionista, in quanto il suo percorso di crescita e di confronto avviene in modo omogeneo alle acquisizioni della sua collezione.
Questa pratica ovviamente, laddove tu fossi un artista, ha dei pro e dei contro.
Da un lato perché le opere regalate, per bon ton non si dovrebbero vendere, o almeno all’inizio.
E’ anche più complesso dimostrare tutta la documentazione a corredo che ovviamente difficilmente ci sarà, in quanto non essendo uno scambio commerciale, ma appunto un regalo o uno scambio tra artisti, difficilmente ci saranno certificati a dimostrarlo o meno, e quindi l’unica dimostrazione possibile sarà la documentazione storica, ossia avere delle fotografie e ricordare quel momento in qualche modo.
E dall’altra parte, la possibilità di valutare degli scambi con artisti che in qualche modo non reputate alla vostra altezza o di cui non gradite il lavoro.
Ovviamente queste condizioni si possono verificare e all’artista collezionista starà scegliere se accettare o meno lo scambio, o il baratto.
Dall’altro lato vi è anche la possibilità da parte dell’artista di acquisire delle opere e quindi di pagare l’opera, seppure meno, visto il rapporto tra artisti.
Se l’artista è emergente è un qualcosa di interessante, ma quando l’artista è affermato le collezioni diventano immense.
Parliamo di Takashi Murakami, Damien Hirst, Jeff Koons, Andy Warhol, Richard Prince e molti altri ancora.
Le collezioni diventano di tutto rispetto ed importanza internazionale.
Pensiamo a quella di Murakami, che racchiude oltre mille opere dei maggiori artisti contemporanei internazionali, come opere di Kiefer o ancora di Yoshitomo Nara,la cui collezione è stata esposta nel 2016 al Museo di Arte di Yokohama.
Damien Hirst addirittura crea una vera e propria galleria, nella quale espone le opere facenti parte della sua collezione e supporta artisti emergenti dando loro spazio in una vetrina internazionale.
Ci sono artisti, come Lucian Freud, che dopo la loro morte hanno lasciato le loro opere in donazione a grandi musei, come nel suo caso, dopo la morte nel 2011, lasciò un piccolo quadro di Corot alla National Gallery di Londra, un quadro piccolo ma di grandissimo valore ed importanza.
Un lascito quindi alla comunità e alla cittadinanza.
Questo evidenzia come il mondo dell’arte sia fatto di legami e di rapporti, e che quindi anche gli artisti, seppure vogliano vendere le loro opere, sono i primi veri collezionisti.
E tu, sei pronto a diventare un artista collezionista?
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#ARTECONCAS / PODCAST
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