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NETWORKING PER ARTISTI / Promuovi la tua arte / ArteCONCAS / Andrea Concas

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IL NETWORKING PER ARTISTI

Scopri le occasioni per promuovere la tua arte…

Le occasioni di visibilità per un artista. Scopri quali sono.

Oggi il mondo dell’arte offre innumerevoli occasioni di incontro e confronto con altri artisti, collezionisti, galleristi e soprattutto ti pone nell’ottica di poter raccontare la tua arte a un alto numero di persone. Ma per fare questo devi promuovere la tua arte, scopri come.

Spesso gli artisti pensano che sono le mostre o le esposizioni siano occasioni di incontro e pubblicità della propria arte. In realtà oggi esistono innumerevoli occasioni nelle quali sia possibile parlare di sé e della propria arte a un bacino di persone immenso. Pensiamo anche solo in occasione delle grandi fiere, eventi, rassegne, biennali. 

Una delle definizioni più diffuse e condivise è che l’artista è tale quando la comunità degli altri artisti lo riconosce come tale. Questo significa che se vuoi essere riconosciuto come artista e trovare il tuo spazio è bene che tu conosca anche quello che fanno gli altri e che in qualche modo faccia parte della community. A volte presenziare in occasione di mostre o fiere e comunque un modo per essere presenti ed essere riconoscibili a fronte dei loro collezionisti e dei loro collaboratori. Questo non significa andare a rubare clienti o andare a rubare professionisti, collaborazioni o quant’altro, significa semplicemente ricordare agli altri che esistete, e non esistete solo in occasione delle vostre mostre, perché magari quelle persone lì non sono un vostro pubblico, non vi conoscono.

L’arte come ben sappiamo ha un grande aspetto di condivisione sociale, un modo spesso frequentato da grandi appassionati che si ritrovano insieme per parlare d’arte oppure acquistare delle opere, o ancora organizzare altri eventi o comunque portare avanti dei progetti legati al mondo dell’arte. E’ naturale che per voi artisti, ma anche per collezionisti, galleristi o operatori del settore siano un’ottima opportunità, un’opportunità per fare nuove conoscenze, rappresentare il proprio lavoro e trovare occasioni di collaborazioni future. Se state cercando un collezionista in particolare o un gallerista e sapete che in quell’evento lui sarà presente, quella potrebbe essere un’occasione più informale per avere un primo approccio, ricordiamoci sempre di non creare però disturbo o problemi, se quella non è un’occasione specifica per parlare del vostro progetto, potrebbe essere però un primo approccio di conoscenza per poi rimandare a un altro incontro. A volte le persone si innamorano più di voi che del vostro lavoro, e questa è un’ottima occasione per farlo.

Scegliete gli eventi che possono essere in linea con quello di cui avete bisogno: gli approfondimenti degli studi legali, un’occasione per conoscere collezionisti, o ancora le fiere più grandi per appassionati e art lovers. Le grandi mostre coinvolgono un pubblico incondizionato, spesso fatto anche di famiglie, ma al loro interno ci sono ovviamente appassionati, studenti e giovani professionisti del settore. O ancora i talk, o le tavole rotonde o i convegni. Questi ultimi sono occasioni veramente importanti, soprattutto se a numero chiuso, in quanto lo stretto numero di persone permette un’interazione e una condivisione dell’oggetto molto più forte, creando un legame intrinseco in un gruppo formatosi per l’occasione, che seppur non conoscendosi, crea comunque un legame di obiettivo, e quindi siete tutti lì per la stessa ragione e motivo. E’ un’opportunità per parlare di voi e della vostra arte.

Non ci concentriamo sugli eventi dove solo voi siete protagonisti, bensì siate di vedute più larghe: andate a cercare gli altri eventi, dove magari c’è anche meno concorrenza e voi siete più lucidi e avete più tempo per affrontare i vostri argomenti e conoscere il vostro prossimo collezionista.

E tu, a quale prossimo evento parteciperai?

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ANDREA CONCAS / Il mondo dell’arte che nessuno ti ha mai raccontato / ArteCONCAS

#ARTECONCAS / PODCAST

CHE COS’E’ UN’OPERA D’ARTE? Scopri le definizioni / ArteCONCAS / Andrea Concas

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CHE COS’E’ UN’OPERA D’ARTE?

Scopriamo la definizione di un’opera artistica…

Che cos’è un’opera d’arte?

Scopriamolo insieme.

Definire un’opera d’arte è complicato, in tanti ci hanno provato. Scopriamo quali sono le definizioni più importanti.

In Italia i legislatori hanno individuato come concetto di opera d’arte, tramite il Codice dei Beni Culturali, “qualsiasi oggetto di interesse storico”; classificano il bene culturale come “cosa di interesse artistico” escludendo poi, con un’opzione assai discutibile, i beni cosiddetti “tutelati” che riguardano le opere di pittura, di scultura e di grafica di artisti viventi, la cui esecuzione non risalga ad opere di oltre 50 anni.

E’ evidente come si sia scelto di non comprendere tra le opere d’arte tutelabili tutte le opere degli artisti viventi o contemporanei. Questo ovviamente è una grande limitazione che esclude gli artisti viventi e soprattutto anche gli emergenti da quello che riguarda un’opera d’arte tutelabile.

Ciò non vuol dire che questi non realizzino opere d’arte, semplicemente vi è un problema di classificazione in termini di legge.

Il mancato riconoscimento di un oggetto allo status di opera d’arte è legato a importanti episodi che si sono verificai nella storia, in particolare in riferimento agli impressionisti, le cui opere nel 1874 sono state rifiutate per l’esposizione presso il Salon des Refusés di Parigi e costretti poi a esporre al di fuori dell’ambito accademico in quanto considerate opere prive di interesse artistico. Tra questi artisti vi erano nomi oggi altisonanti, quali Monet, Manet o Pissarro. Capiamo quindi l’importanza di definizione dell’arte all’interno della storia dell’arte attuale, che in qualche modo in maniera diretta o indiretta condizionava lo status di un artista o addirittura il suo percorso.

Negli Stati Uniti fu invece chiamato in causa il tribunale e fu un giudice a decidere che cosa fosse un’opera d’arte. Con il caso Brâncuşi, che con il suo Bird in Space nel 1923 è stato chiamato in causa per un problema di tassazione: è stato chiesto se l’opera fosse un oggetto di design o un’opera d’arte, in quanto nel primo caso soggetta a dazi di importazione e quindi a tasse quale prodotto industriale, nel secondo, in qualità di opera d’arte, esente da tassazioni e dazi. Il giudice, pur constatando la somiglianza con un uccello, definì l’opera come “piacevole a vedersi” definendola quindi un’opera d’arte in tutti i sensi. Anche in questo caso la mancanza di una definizione oggettiva e condivisa di opera d’arte ha creato delle conseguenze, che si sono poi materializzate in una soggettività di attribuzione e di definizione.

Oggi è ancora più difficile trovare una definizione unica per opera d’arte, anche perché gli artisti sono alla ricerca costante di nuovi medium e di nuove forme di comunicazione artistica. Tuttavia è possibile trovare 3 indicatori che ci possono aiutare a definire un’opera d’arte: il giudizio del pubblico, quello degli esperti e la presenza in collezioni d’arte o musei.

Il giudizio del pubblico, come anche in altri settori, oggi è fondamentale. Con la visibilità dei social network e le occasioni sempre più pubbliche di fiere ed eventi, la validazione e valutazione del pubblico risulta un fattore preponderante nell’individuazione e nella scelta artistica. 

Tuttavia per eleggere un’opera d’arte a tale status serve la validazione da parte di un pubblico di esperti, quindi critici, curatori o galleristi, che in qualche modo spingeranno l’artista, e l’opera d’arte in questo caso, per una sua promozione nel settore tramite mostre, eventi ed esposizioni. 

Di conseguenza la presenza dell’opera d’arte in collezioni rinomate o in musei determina oggi una consacrazione valida e attendibile per riconoscere uno status di opera d’arte.

E per te, che cos’è un’opera d’arte?

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#ARTECONCAS / PODCAST

LO STATEMENT DELL’ARTISTA / Racconta la tua ricerca artistica / ArteCONCAS / Andrea Concas

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LO STATEMENT DELL’ARTISTA…

Racconta la tua ricerca artistica…

Lo statement dell’artista, quanto è sottovalutato come strumento utile e fondamentale.

Alcune volte gli artisti pensano che l’immagine del proprio lavoro valga più di 1000 parole, purtroppo questo non è sempre vero. Scopriamo perché è così importante lo statement per un artista.

In quanto artista, potresti pensare che un’immagine possa rappresentare al meglio la tua arte e il percorso creativo che c’è dietro. In realtà quello è solo il risultato finale di un processo creativo a volte complesso e lungo, fatto di studio e di ricerca che dura anni e che incide anche nella tua persona e nella tua arte. Per questo è fondamentale redigere un documento, il cui nome è statement, che racchiude le informazioni base della tua arte, quali sono i processi che hanno reso tale quell’opera d’arte. Una sorta di lettera di presentazione che dovrebbe agevolare e guidare chi sta per approcciare visivamente ad una tua opera.

Si tratta di un breve testo chiaro e conciso nella struttura. Questo non deve essere né un vademecum né una guida a come interpretare, o tantomeno fornire indicazioni su quali reazioni debbano suscitare le tue opere. Il testo deve essere pulito nei termini e nella struttura, mantenendo correlazione tra le frasi e tra punti e argomenti trattati, senza essere pomposo o autocelebrativo. 

Bisogna sì parlare di voi stessi, del vostro lavoro in qualità di artista, ma escludendo tutte quelle informazioni non fondamentali alla lettura artistica, ossia la famiglia, gli amici, le abitudini o le vacanze.

Devi raccontare il tuo lavoro di ricerca, il tuo lavoro di studio e su quali tematiche stai indagando, come lo stai facendo e perché lo stai facendo, quindi le motivazioni che sono alla base della tua creazione artistica. Lo devi fare in maniera onesta e pulita, usa termini semplici  e di facile e veloce comprensione affinché il messaggio della tua arte possa raggiungere il più alto numero di persone.

È vero che parla di te, ma non è un autocelebrazione. Non c’è bisogno di nominare altri artisti, ispirazioni o citazioni.

Lo statement serve fondamentalmente per capire in quale punto della tua carriera sei, quale fase artistica stai studiando e dove vuoi arrivare. Racchiudi molto brevemente le informazioni formali, il tuo corso di studi, la formazione o gli eventi, citali solo se necessario o se rafforzano un concetto. Per quello esiste il curriculum o il portfolio, altri documenti fondamentali che vanno di pari passo allo statement.

Quando provi a scrivere il tuo statement, prova a farlo come se fosse un racconto, facendolo in piccole zone e focalizzandoti su problemi e opportunità specifici, per far emergere veramente il tuo lavoro e la tua ricerca. Fai piccoli paragrafi concisi, puntuali e legati l’uno all’altro, fino ad arrivare alla conclusione. Cerca di non superare una pagina, anche perché così il lettore avrà più tempo per guardare le tue opere.

E tu, sei pronto a scrivere il tuo statement?

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#ARTECONCAS / PODCAST

PRIMO E SECONDO MERCATO NELL’ARTE / Scopriamo cosa sono / ArteCONCAS / Andrea CONCAS

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PRIMO E SECONDO MERCATO NELL’ARTE Scopriamo cosa significa e quali differenze…

Primo e secondo mercato nell’arte. Scopriamo le differenze.

Avrete sicuramente sentito parlare di primo o secondo mercato in riferimento all’acquisto di opere d’arte. Scopriamo che differenze ci sono tra i due mercati.

Anche le distribuzioni delle opere d’arte incidono nel mercato dell’arte. Queste vengono definite e differenziate tra il mercato primario o quello secondario.

Il mercato primario riguarda lo scambio di opere d’arte tra l’artista, solitamente vivente, e il primo acquirente, mediamente gallerie, collezionisti o istituzioni. Il primo mercato è fondamentale nella vita e nel percorso di un artista, in quanto può determinare il mercato stesso futuro dell’artista. Cosa significa: che le prime vendite in qualche modo condizionano quelle che saranno le sue future valutazioni. Per questo motivo la galleria d’arte, che mediamente è l’operatore predisposto a questo, ossia colui che apre e che crea la carriera dell’artista, è molto attenta nella scelta da un lato verso i clienti, ossia nel selezionare collezioni e istituzioni per creare un posizionamento delle opere d’arte e dell’artista stesso, dall’altro nel calmierare i prezzi per tenere sotto controllo la crescita e l’andamento dell’artista stesso. Per fare questo vengono fatte collaborazioni con differenti gallerie ed è molto difficile per un collezionista capire veramente qual è il valore iniziale di un artista, in quanto il valore delle prime opere viene attentamente studiato secondo differenti fattori, quali posizionamento, galleria, status, quotazioni, o percorso che l’artista deve fare.

Il mercato secondario invece riguarda tutte le vendite successive alla prima, quelle che riguardano artisti contemporanei o storicizzati mediante vendite pubbliche, quindi case d’asta, oppure private tramite gallerie o venditori. Da questo momento il prezzo e le leggi le decide il mercato, ossia la domanda e l’offerta. Per questo è fondamentale che il primo mercato sia andato bene e sia stato studiato, perché in qualche modo potrebbe influenzare il secondo. Quindi se si è fatto un buon lavoro il secondo mercato, che è quello diciamo più stabilizzato o meglio, più aperto, darà l’opportunità all’artista di posizionarsi e di vendere a dei prezzi decisamente differenti.

L’ago della bilancia del secondo mercato è quasi del tutto derivato dalle case d’asta, i cui risultati sono pubblici, di conseguenza determinano l’andamento e il valore dell’artista stesso e dell’opera d’arte. Questi purtroppo possono essere influenzati anche dai galleristi stessi, i quali rialzano volutamente per creare degli andamenti diciamo, non regolari su un’artista da loro seguito o vicino.

Sono numerosi i casi in cui collezionisti o galleristi, in comune accordo, determinano e si scambiano favori per la crescita o meno di un artista in collezione. Tuttavia la risposta ultima è il mercato e quindi la domanda e l’offerta.

Conoscere la suddivisione implicita del mercato e i canali di distribuzioni è fondamentale sia per l’artista che per il collezionista, il primo perché sceglierà con chi collaborare, che siano esse gallerie, o il percorso da effettuare, il secondo perché deciderà come creare la propria collezione. Di conseguenza è fondamentale conoscerli e sapersi comportare e rapportare a questo.

E tu, quale mercato scegli? 

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COME SELEZIONARE LE GALLERIE D’ARTE / Gli errori che un artista non deve fare / ArteCONCAS

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COME SELEZIONARE LE GALLERIE D’ARTE

Gli errori che un artista non deve fare…

Sei un artista e vuoi proporti a una galleria d’arte?

Fallo nel modo giusto!

Le gallerie d’arte oggi vengono sommerse da email di artisti o pseudo tali che richiedono di collaborare, esporre o ancora di iniziare un rapporto di vendita con la galleria stessa.

Queste richieste spesso lasciano il tempo che trovano, creando un gran problema per i galleristi, che si ritrovano a dover leggere, analizzare e a volte rispondere a numerose email imprecise e non puntuali.

Scopriamo quali sono gli errori da non commettere.

Uno dei momenti più critici da parte dell’artista è quello di scelta e individuazione della propria galleria che lo rappresenterà negli anni futuri o in alcuni territori o nazioni.

Questo ovviamente crea grande ansia e una difficoltà ad approcciarsi, purtroppo motivata anche dal fatto che molti galleristi non godano di buona fama o vengano visti come personaggi negativi interessati solo a lucrare sul proprio lavoro.

Partiamo da 3 semplici presupporti: il primo è che non ve l’ha ordinato il medico di parlare con un gallerista, di collaborare o di lavorare con lui; il secondo, se non vi piace qualcuno con cui lavorare, non ci lavorate, non vi proponete,  non contattateli; il terzo, informatevi prima di lamentarvi di ricevere alcune risposte.

Idealmente il ruolo del gallerista è fondamentale e importante perché accompagnerà l’artista nella sua crescita e nella divulgazione della sua arte, per questo è fondamentale ancor prima di intraprendere qualsiasi approccio con un gallerista capire se quel gallerista va bene per voi. Questo cosa significa: documentarsi, andare a vedere il sito, le mostre, gli artisti che rappresenta e fare quindi una vera e propria selezione.

Esatto, sei tu artista che devi fare la selezione del tuo gallerista, ancor prima di contattarlo, perché questo è fondamentale per capire con chi vogliamo lavorare e soprattutto se possiamo lavorare con lui, se abbiamo i requisiti per affrontare un percorso di crescita con una galleria. Tutti quanti vorremmo correre su una Ferrari, e magari fare il Gran Premio di Formula Uno di Montecarlo, tuttavia questo non è possibile. Allora bisogna prepararsi, partire dalle gare di go-kart ecc. ecc. a salire fin quando magari, oppure mai, arrivare finalmente sulla nostra monoposto.

Nell’arte come in tutti gli altri lavori è la stessa identica cosa. Di conseguenza è importante fare un’analisi puntuale della propria situazione artistica e professionale, per andare poi a selezionare con chi vogliamo,  dove e come operare. Per cui è importante anche presentarsi al meglio e quindi preparare tutta la documentazione di supporto, il portfolio, lo statement, il curriculum, il sito internet, i social network e tutto quello che possa aiutare a farsi un’idea precisa di voi e della vostra arte.

Dopo aver sistemato la nostra presentazione ed esserci assicurati che sia completa ed esauriente, senza essere né troppo lunga, ma nemmeno troppo breve, andiamo a selezionare quindi le gallerie per noi pertinenti.

Una volta fatto questo invieremo questa documentazione. Purtroppo oggi molti artisti pensano che basti inviare la propria pagina Facebook o il profilo Instagram, o ancora nemmeno un messaggio di accompagnamento.

Questa è maleducazione e non va sicuramente portata avanti, e non ci lamentiamo se poi le gallerie che ci rispondono sono quelle che ci chiedono dei soldi.

Dobbiamo pensare alla presentazione a una galleria o a un concorso al pari di un colloquio di lavoro e quindi, di conseguenza, come pensiamo di poter andare da qualcuno senza sapere quello che fa o come lo fa?

L’alta mole di email ricevute da un gallerista comporta naturali conseguenze a un impegno e a uno sforzo da parte della struttura e dello staff di analisi e di lettura.

Se noi gli rendiamo questo lavoro più difficile o meglio, più semplice per essere scartati, è ovviamente controproducente per noi. Di conseguenza cerchiamo di dare il giusto tempo e il giusto valore nell’email di presentazione, diciamo che cosa vogliamo, che cosa facciamo e perché vi stiamo contattando, degli allegati, quindi la predisposizione di contenuti esaurienti possibilmente raccolti in un unico allegato perché ricevere 10 email con 4 foto ciascuna perché non le avete convertite è un gran problema.

Oggi esistono numerosi software anche online e gratuiti che vi aiutano in questo. Raggruppate tutto in un unico documento perché sarà molto più semplice da parte di chi vi legge ricordare quello che fate e soprattutto arrivare fino alla fine, perché nell’altro caso rischiamo di vedere solo un documento e magari il quarto o il quinto che è quello più importante non lo vediamo perché ci siamo già stancati.

Siate brevi, non c’è bisogno di mandare tutta la documentazione, è un documento di prima conoscenza, ci saranno altre occasioni nelle quali sarà possibile approfondire oppure vi richiederanno un incontro o ancora un’integrazione di documentazione.

In caso di approccio durante un vernissage di una mostra o di un evento pubblico ospitato dalla galleria, quello è il momento peggiore: il gallerista e tutto il suo staff saranno impegnati a seguire un altro artista, e come voi non vorreste che nella medesima occasione lui si distraesse da voi, lo stesso farà lui e soprattutto la sua attenzione sarà rivolta ai suoi clienti e collezionisti, non è il momento per raccontare o dilungarsi in chiacchiere, può essere un’occasione per presentarsi e poi rimandare a un contatto via email.

Lo stesso vale per i giorni prima e i giorni a seguire di una mostra importante, perché lo staff sarà talmente concentrato che difficilmente potrà leggere email e dedicarvi del tempo.

In egual modo vale lo stesso quando andate nella sua galleria e vi fingete collezionisti con la scusa di approcciare alla tematica per poi arrivare biecamente a raccontare che siete un artista.

Ovviamente questa non è una bella cosa e tutti i galleristi e uno staff minimante navigato sanno bene dove volete andare a parare e il loro approccio per questo tentativo sarà sicuramente di chiusura e di non disponibilità all’ascolto.

Se proprio non resistete e volete andare a vedere una galleria senza appuntamento abbiate almeno la decenza di informarvi sulla galleria, su chi è il gallerista, quale è il suo staff e se nel sito della galleria sono esplicate le modalità di adesione o di proposta di artisti nuovi, perché se non lo fate rischiate comunque di intaccare la vostra visibilità: come si può pretendere di essere ascoltati se poi voi siete i primi a non leggere e non ascoltare? 

Molte di queste gallerie normano nel loro sito le modalità di richiesta di curriculum e anche di selezione degli artisti, il minimo che possiate fare è studiare e rispettare le condizioni che vi pongono, non fosse altro perché siete voi a proporvi. In caso contrario  allora farete quello che vorrete.

Al pari di come qualcuno viene a disturbarvi mentre voi create e non potete dedicargli del tempo, anche il gallerista e lo staff se non avete preso un appuntamento, non potete pretendere che affrontino la vostra presentazione quando e come volete voi.

Inoltre è impensabile ricevere o meglio, diffidate da chi vi offre un’analisi del vostro lavoro su 5 minuti e dopo solo un primo incontro. L’arte ha bisogno di studio e meritate che qualcuno studi la vostra arte, il vostro percorso e le vostre opere e di conseguenza dia il giusto valore per un’analisi concreta ed efficace, per un possibile inserimento o collaborazione.

Voi dovete fare lo stesso.

E tu, sei pronto a contattare le gallerie?

ARTE & DIRITTO / Gli studi legali d’Arte in Italia / ArteCONCAS / Andrea Concas

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ARTE & DIRITTO

Gli studi legali d’Arte in Italia

Arte e Diritto, gli studi legali d’arte in Italia.

L’attenzione al mondo dell’arte e al suo mercato ha portato numerosi professionisti ad approcciare alla tematica.

L’arte ha delle problematiche specifiche che devono essere affrontate da professionisti con esperienza nel settore. Per questo anche gli studi legali, e quindi gli avvocati, hanno iniziato a studiare e approfondire le necessità di artisti, collezionisti e gallerie e sono sempre più i casi in cui i grandi studi legali danno vita a vere e proprie collezioni, con aspetti di fruizione pubblica e di valorizzazione culturale dedicate ai propri clienti ma non solo. 

Sono sempre più numerosi i grandi studi che aprono settori dedicati all’arte. All’interno di questi, spesso guidati dal patron o dai partner principali, aprono e danno vita a collezioni e servizi specifici per il settore.

Oggi artisti, collezionisti, gallerie, musei hanno sempre più bisogno di un supporto anche di tipo legale, offrendo servizi e consulenze per la tutela del proprio lavoro, per la difesa in caso di truffe e di falsi o ancora per l’expertise in alcuni campi, o per l’esportazione delle opere, o ancora per la redazione o la mediazione di contratti.

In Italia uno dei primi studi a dedicare un settore all’arte è stato Negri-Clementi Studio Legale Associato, recentemente premiato come studio legale d’arte dell’anno, nonché proprietario di una grande collezione che a breve sarà aperta al pubblico.

Il limite quindi tra servizi professionali, passione e fruizione è molto sottile, in questo caso non vi è nulla di male, anzi è un aspetto assolutamente interessante e da valorizzare. Spesso guidati da grande passione i fondatori di questi studi o i partner, al pari di altre professioni, uniscono passione e lavoro in un qualcosa di cui sono ovviamente e prettamente formati, a un’altra di cui sono appassionati, utile e dilettevole.

E tutti noi possiamo godere di quest’aspetto con grandissime collezioni curate e soprattutto perfettamente catalogate ed esposte. Per questo in occasione di grandi eventi, pensiamo al Miart a Milano o ad altre fiere, gli studi legali aprono al pari delle gallerie con vere e proprie esposizioni, ovviamente quasi sempre legate alle proprie collezioni, offrendo un’opportunità ad appassionati, artisti e collezionisti di poter entrare in questi grandi studi, offrendo l’occasione di visionare opere altrimenti irraggiungibili.

Questa è una grande opportunità anche per gli artisti. Seppure non sia prettamente quella l’occasione di presentarsi, è comunque un modo per conoscersi e incontrare numerosi appassionati e professionisti che visitano le esposizioni e gli eventi, nonché è possibile visionare anche che tipo di collezione ha, perché potrebbero essere loro stessi, per voi, dei possibili collezionisti, o magari diventare voi loro clienti. 

Alcuni di questi fanno vivere le loro collezioni in maniera organica e quotidiana all’interno dei propri studi, creando quasi dei piccoli musei, nei quali è possibile quotidianamente, per i loro clienti, visionare le opere quasi sempre accompagnate da cataloghi, curatele e testi a supporto e addirittura con referenti curatori in loco quotidianamente.

Possiamo citare l’avvocato Giuseppe Iannaccone, la cui collezione spazia tra arte moderna e contemporanea, non disdegnando la fotografia e installazioni. O ancora Nctm Studio Legale, la cui collezione è formata da opere commissionate su misura per lo studio, la cui responsabile è la storica dell’arte Gabi Scardi.

Parlare d’arte è un’occasione di confronto ma anche di business.

Per questo sono sempre più numerosi i casi in cui si organizzano conferenze legate alla tematica specifica, come per esempio LCA Studio Legale organizzatore dell’incontro annuale LAW IS ART in collaborazione con grandi partner ufficiali, tra cui Miart, AXA, Acacia e APICE. Un’occasione quindi per aggiornarsi e parlare di arte anche sotto altri aspetti.

Anche i più importanti studi legali internazionali affrontano la tematica con settori dedicati, pensiamo a Withers o ancora allo Studio Chiomenti che da poco ha aperto la sezione italiana guidata dall’avvocato Angela Saltarelli.

Gli studi legali d’arte in Italia sono grandi professionisti dello studio dell’arte.

E tu, quale avvocato scegli?

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#ARTECONCAS / PODCAST

CHE COS’E’ L’ARTE? Scopriamo alcune definizioni / ArteCONCAS / Andrea Concas

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CHE COS’E’ L’ARTE?

Scopriamo alcune definizioni…

Che cos’è l’arte?

Scopriamolo insieme.

Non è semplice definire che cos’è un’opera d’arte, tanti sono stati i pareri discordanti nel tempo, proviamo a vederne qualcuno.

Uno dei primi a trattare l’argomento fu Lev Tolstoj, filosofo e scrittore russo che nel 1897 scrisse il primo trattato per definire che cosa fosse l’arte. L’assioma alla base del trattato era la domanda se “l’arte potesse essere soltanto qualcosa che produce il bello”, a cui Tolstoj rispose infine: “L’arte è la capacità di suscitare quel sentimento di gioia nel rapporto che si instaura tra l’artista e gli altri che contemplano l’opera”. Analisi certamente molto efficace, ma contestualizzata in un’epoca lontana dalla nostra, nella quale l’arte può essere ambigua e di difficile interpretazione.

La parola “arte” viene comunemente definita nei dizionari come “Espressione o applicazione dell’abilità creativa e dell’immaginazione degli esseri umani, generalmente in forme visive come la pittura o la scultura, nella produzione di opere principalmente apprezzate per la loro bellezza o forza emotiva”. Ovviamente è una definizione standard e di ampio respiro. Per questo motivo fu il New York Times a chiedere ai maggiori studiosi dell’epoca, nel 1997, una definizione di arte. Le loro risposte sono state le più disparate e differenti, tuttavia è emersa la volontà di non costringere il concetto di arte a un qualcosa di definito.

Le maggiori dichiarazioni in tal senso sono dell’ex direttore del MoMA William Rubin, il quale dichiara: “Qualsiasi cosa può essere arte, non esiste una definizione di arte”. L’emblema di questa definizione fu l’artista Marcel Duchamp, il quale con la sua opera “Fontana” aprì una nuova visione di interpretazione dell’arte contemporanea, attribuendo a un oggetto di uso comune, un orinatoio in questo caso, lo status di opera d’arte.

Tra tutte queste definizioni, un unico concetto alla base è che l’arte è la rappresentazione filosofica del pensiero del tempo e quindi il concetto di arte e la sua definizione cambia con i suoi protagonisti, i tempi e la storia. Tuttavia, se può sembrare che l’arte possa essere tutto ovunque e comunque, dobbiamo evidenziare come il mercato in realtà poi abbia delle regole completamente diverse e sia una storia scritta su un altro libro.

E per te, che cos’è l’arte?

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ASSICURARE LE OPERE D’ARTE / Proteggi la tua ARTE / ArteCONCAS / Andrea Concas

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ASSICURARE LE OPERE D’ARTE

Proteggi la tua arte…

L’assicurazione nel mondo dell’arte. Scopriamo come nascono e come operano oggi.

Anche il mondo dell’arte ha bisogno di servizi assicurativi ed è per questo che le grandi compagnie oggi realizzano servizi su misura per il settore, supportando anche eventi, mostre e fiere, scopriamo come.

Le assicurazioni per l’arte nascono negli anni Sessanta, la prima fu la Nord Stream Agency, oggi conosciuta come AXA ART. Conosciute come floaters consistevano nell’assicurazione dei mobili e delle merci destinate alle esposizioni in occasione delle mostre, delle biennali o dei grandi musei.

Da questo punto è nato il concetto di assicurare un bene per il suo valore intrinseco. Il passo fu breve e da quel momento vennero assicurati, oltre che i mobili per le esposizioni, anche le opere d’arte esposte, fossero esse sculture, carte o dipinti.

E’ qui che nasce la polizza assicurativa per l’arte. Oggi il gruppo AXA opera ancora nel campo dell’arte, con il settore specifico per l’arte, AXA ART appunto, guidato da Kai Kuklinski, ed opera nel settore a 360°, passando da sponsorizzazioni di mostre, fiere, fino addirittura all’investimento in società che operano nel campo dell’arte. Una conoscenza quindi approfondita delle problematiche di settore e nella redazione di report specifici o di convegni sulle problematiche maggiori.

Insieme a loro, tutti i grandi gruppi hanno una branca dedicata all’arte, parliamo di Allianz, di Lloyd’s, di Hiscox, Zurich, Helvetica, Ciaccio Broker e tanti altri operatori del settore. L’arte ha delle problematiche specifiche e di conseguenza ha delle esigenze di mercato e soprattutto tecniche inerenti alle tipologie di polizze specifiche e all’eventuale risarcimento. Uno dei grandi problemi delle assicurazioni è determinare il valore dell’opera assicurata.

Oggi esistono differenti soluzioni assicurative per tutelare la propria collezione d’arte. Alcune delle polizze più usuali sono la polizza chiodo a chiodo, la all risk, quella di trasporto, la polizza a rischio definito o nominato. Ognuna di queste ha delle caratteristiche specifiche e delle condizioni particolari per le dinamiche di eventuale riscossione e risarcimento. Tuttavia, una delle problematiche maggiori delle opere d’arte è il riconoscimento e la quantificazione dell’eventuale danno, sia esso in caso di furto o danneggiamento, in quanto è veramente complesso capire che cosa si va ad assicurare. Oggi le maggiori compagnie assicurative, soprattutto per importi inferiori, non avranno problemi ad emettere le polizze, anche solo a fronte di un’email o di una lista di opere d’arte, in quanto il problema della verifica in caso di attivazione della polizza ed eventuale risarcimento, verrà fatta a posteriori. Di conseguenza l’onere della prova spetta a voi, e quindi dimostrare che cosa abbiamo assicurato. Vi sentirete dire addirittura se avete assicurato il valore della carta o del supporto su cui era l’opera, in quanto non è dimostrabile il valore intrinseco aggiunto dell’opera d’arte stessa. Quanto si parla di perizie e controperizie bisogna dimostrare tutto lo storico che possa avvalorare l’autenticità o addirittura la valutazione nel mercato dell’opera assicurata.

E’ fondamentale quindi avere la documentazione e il corredo dell’opera d’arte apposto, aggiornato e documentato, perché in caso di danno dobbiamo essere pronti a dimostrare che il valore assicurato era congruo e giusto, perché purtroppo le opere d’arte se perse, danneggiate o rubate non potranno essere rifatte. 

Le compagnie d’assicurazione sono oggi da un lato degli ottimi alleati per la gestione e conservazione della nostra collezione, possono diventare il nostro peggiore incubo, o ancora, possono essere supporter delle nostre mostre o iniziative in qualità di sponsor.

E tu, sei pronto ad assicurare la tua collezione?

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#ARTECONCAS / PODCAST

LA COMMISSIONE DI UN’OPERA D’ARTE – 3 consigli da seguire / ArteCONCAS / Andrea Concas

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LA COMMISSIONE DI UN’OPERA D’ARTE

3 Consigli da seguire per i lavori su commissione.

Mi hanno commissionato un’opera d’arte.

E ora, che cosa faccio?

Realizzare un’opera d’arte su commissione può essere una grandissima opportunità o trasformarsi nel peggiore incubo per un artista. Scopriamo come affrontare un’opera commissionata nel migliore dei modi.

Per “opera commissionata” si intende la realizzazione da parte dell’artista, seguendo la propria ricerca artistica, di un’opera d’arte con indicazioni specifiche di dimensioni, materiali, a volte colori o posizionamenti particolari da parte della committenza, che solitamente può essere un collezionista, un’azienda o un ente pubblico. Diventa quindi un’opera sì realizzata dall’artista, ma in qualche modo condizionata o promossa o, diciamo, “guidata” da parte di un esterno.

Per questo la comunicazione tra voi e l’esterno dev’essere chiara e soprattutto con dei paletti limitati, per non andare a incidere sul lavoro dell’artista e sulla propria ricerca.

Scopriamo quindi 3 consigli per affrontare la commissione con il minor numero di problemi: informati, confrontati e produci. 

Prima di iniziare un lavoro su commissione è fondamentale informarsi su chi ce l’ha commissionato e perché e la motivazione che l’ha spinto ad investire su di noi, perché in qualche modo l’investimento sia anch’esso di fiducia nei vostri confronti. Di conseguenza è importante capire chi è, cosa fa, perché, che tipo di collezione ha (se è un collezionista), se è sporadico, se capisce il vostro linguaggio. Per aver queste informazioni, non rifiutate un lavoro alla prima richiesta di commissione e non dite di si, ma ascoltate le necessità, perché solo dopo una conoscenza della committenza potresti scoprire piacevoli sorprese, che sono le motivazioni più profonde di quelle apparentemente dimostrate, o ancora, che ci sono dei punti in comune tra la vostra ricerca artistica e la motivazione per cui qualcuno vi commissiona un’opera.

Una volta confermata la volontà di accettare la commissione dell’opera, è importante incontrarsi con il committente, anche più di una volta se necessario, possibilmente nel vostro studio se è disponibile, perché in quel momento c’è l’opportunità di potervi confrontare anche su quello che avete già realizzato quindi, se avete altre opere, usarle quale esempio della vostra ricerca artistica, e quindi iniziare a impostare i paletti limite di questa collaborazione, perché è fondamentale non snaturare il proprio lavoro, ma altresì, è anche importante capire quali sono i bisogni.

Una volta stabilite le specifiche dell’opera commissionata è fondamentale iniziare a porre tutto nero su bianco, in maniera precisa e puntuale, con le informazioni che specificano le dimensioni, la tipologia, i materiali usati, il budget, la tempistica e soprattutto normare anche eventuali diritti di riproduzione, di pubblicazione o di comunicazione ed eventuali commissioni da dover corrispondere a intermediari. O ancora le tranche di pagamento: quando, come e perché.

Seppure potrebbero apparire come concetti scontati in realtà, se fate un po’ di mente locale, non lo sono per nulla. Andare in deficit economico e non poter pagare fornitori, o ancora, non poter lavorare e dedicarsi tempo pieno all’opera, è una delle cose peggiori. Quindi è importante, al pari di tutelare la vostra creatività, tutelarsi, e quindi avere ben chiaro i limiti e i doveri tra le parti.

Se avete problemi da questo punto di vista potete sicuramente rivolgervi a professionisti del settore, quali avvocati o consulenti che potranno ben supportarvi in questa delicata fase.

Bene! Ti ha convinto? Sei soddisfatto del contratto? Puoi iniziare finalmente a fare quello che ti piace di più:  creare la tua opera.

In questa fase di produzione è fondamentale fare degli incontri con cadenza puntuale sull’andamento e lo sviluppo dell’opera. Questo ti permetterà di evitare brutte sorprese durante la consegna finale. Se il committente è informato su quello che stai facendo passo per passo, sarà più facile avere la sua approvazione o meno, o eventuali modifiche in fase di costruzione dell’opera, evitando quindi successivi problemi sicuramente più grandi.

Bisogna stare attenti ad eventuali richieste troppo pressanti da parte della committenza, che potrebbero in qualche modo addirittura andare a stravolgere l’opera iniziale preventivata. Se siete d’accordo, bene … altrimenti, avrete un contratto che vi tutelerà. 

In tutto questo, è fondamentale non perdere la propria identità. È vero che è una commissione, ma comunque è una commissione della vostra arte  e quindi è fondamentale che voi rispettate il vostro percorso, la vostra identità e soprattutto la vostra arte.

Sei pronto a realizzare la tua prima opera d’arte commissionata? 

Guarda il video su YouTube:

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